IL MANUALE PRATICO DEL BENESSERE
seconda edizione
Una guida completa al benessere psicofisico, da non perdere, per ritrovare se stessi in una nuova dimensione.
Autore. dott. Paolo Zucconi.
cosa fare (e non fare) NELLO STUDIO DELLO PSICOTERAPEUTA
Nella ricerca di un buon terapeuta è importante stabilire un contatto personale, tramite telefonata. Solo visitando il suo studio e chiedendo informazioni sul tipo di terapia adottata, esperienze, formazione professionale (nella maggior parte dei casi i professionisti espongono al pubblico i loro diplomi), disturbi trattati, costi e quant’altro si può meglio capire se è il caso di iniziare un rapporto professionale.
Uno sguardo attento, magari assieme ad un amico o ad un parente:
- al decoro dello studio clinico,
- alla privacy della sala d’attesa,
- alla presenza e alla cura dei servizi igienici,
- agli eventuali attestati appesi alle pareti,
- alle tariffe esposte trasparentemente al pubblico,
- all’eventuale autorizzazione scritta all’esercizio della psicoterapia da parte dell’Ordine professionale,
- al confort, all’igiene e alla salute ambientale
- e anche all’atmosfera dell’ambiente,
È consigliabile telefonare e prendere un appuntamento a titolo informativo con più di un professionista (di solito anche tre) e conseguentemente operare un confronto prima di fare la scelta. Conviene sentirsi liberi di visitare anche 2, 3 terapeuti diversi prima di decidere quello adatto a sé stessi.
Si può anche verificare direttamente, sottoponendosi ad alcune visite, se il terapeuta prescelto può essere idoneo alle proprie richieste.
DOMANDE CHIAVE E “ATTEGGIAMENTI” SCORRETTI
Ad un certo punto di un breve percorso fatto ognuno troverà adeguate risposte alle seguenti domande chiave:
ü Ha spiegato come funzionerà la terapia ovverosia le procedure metodologiche attuate?
ü Quale è il suo approccio metodologico al problema lamentato? (orientamento epistemologico)
ü È più interessato a comprendere il passato piuttosto che risolvere i problemi del presente?
ü I tempi (durata) ed i costi sono stati presi concretamente in considerazione?
ü Qual è l’impegno richiesto?
ü Vengono prefissati obiettivi concreti e misurabili anche da parte del paziente?
ü Il paziente viene messo in grado di verificare i progressi terapeutici?
ü C’è coerenza tra la diagnosi e la terapia proposta?
ü Le informazioni offerte sono state erogate solo a voce o anche messe per iscritto?”.
Nel caso poi di riscontro di atteggiamenti poco professionali o scorretti – purtroppo diffusi – come, ad esempio, la violazione della riservatezza, inviti a feste, pranzi o altre interferenze non inerenti alla terapia, quali telefonate inopportune o anche ambigue, un approccio confidenziale e cameratesco, eventuali tentativi, anche indiretti, di tipo affettivo sentimentale o sessuale, il paziente, per sua tutela, deve informare esplicitamente l’Ordine professionale in cui il clinico è iscritto, che provvederà disciplinariamente, in base ai rispettivi codici deontologici.
liberamente tratto da Paolo G. Zucconi, Il Manuale pratico del benessere, Edizioni Ipertesto, pag.517