CURARSI DA SOLI CON LE “TERAPIE NATURALI”

All’interno del variegato mondo del “fai da te” non si può non considerare l’interesse sempre più crescente verso quelle “terapie naturali” basate sull’estrazione di principi attivi da determinate piante (o parti di esse), rispetto alle cure convenzionali basate su farmaci di sintesi, anche nella terapia per tanti disturbi psicologici.

Tuttavia le stesse piante, anche quelle che vivono nel nostro ambiente, hanno potenti caratteristiche biochimiche che le possono rendere a noi amiche o, al contrario, anche nemiche, tossiche e velenose, se raccolte o ingerite incautamente o assunte ingiustificatamente e senza il competente consiglio dell’esperto fitoterapeuta nelle modalità, tempi di cura e dosi consigliate. Se i rimedi erboristici vengono utilizzati anche per la salute mentale diventa opportuno riferirsi anche allo psicoterapeuta

Infatti il termine “naturale”, per l’elevata richiesta di rimedi non convenzionali, per la loro libera vendita senza ricetta (anche tramite Internet) per la pseudo informazione scientifica svolta dai mass-media, induce a una diffusa convinzione di sicurezza e innocuità; ma naturale non è sempre sinonimo di sicuro né di innocuo.

L’errata opinione che i rimedi naturali siano salutari, sicuri e innocui anche nella cura dei disturbi psicologici spinge le persone ad assunzioni “ricreazionali” (uso improprio) e alla più diffusa pratica dell’auto-medicazione. Spesso, per la diffusa convinzione che ciò che è naturale sia esente da rischi, vengono assunti anche da persone che si considerano sane, a scopo “preventivo”, prodotti acquistati o derivati da raccolta spontanea di piante oppure si assumono preparazioni “tradizionali“ fai-da-te, solitamente dopo la lettura di riviste o la visione di trasmissioni televisive.

Tali comportamenti incauti rischiano di compromettere l’efficacia e la sicurezza delle estrazioni da piante officinali e creare disturbi indesiderati, di vario tipo, non solo comportamentali.

Infatti i fitoderivati vanno assunti con il consiglio competente del fitoterapeuta qualificato e solamente per un determinato periodo di tempo, non prolungabile né ripetibile a piacimento e comunque sempre dopo una accurata valutazione diagnostica, anche dello psicoterapeuta se i rimedi riguardano disturbi psicologici.

liberamente tratto da: Paolo G. Zucconi, Il Manuale pratico del benessere, Edizioni Ipertesto, pag.532